L'elisir di lunga vita? La laurea

Secondi i dati Istat, all’aumentare del grado di istruzione, diminuisce il tasso di mortalità per quasi tutte le cause di morte.

22 Giugno 2017

L'elisir di lunga vita? La laurea

Più studi, più vivi. È quanto emerge dallo studio relativo al progetto "Differenze socio-economiche nella mortalità”, i cui risultati sono stati poi pubblicati sulle tavole Istat su "Diseguaglianze nella mortalità per causa secondo il livello di istruzione".

Le tavole si riferiscono al biennio 2012-2014 e riportano il tasso di mortalità in relazione, oltre che al titolo di studio, anche al genere, alla ripartizione territoriale e alla causa di morte. Ebbene, secondo le indagini "lo svantaggio per titolo di studio in termini di tasso di mortalità ha un gradiente che aumenta al diminuire del titolo di studio". Ma di quanto?

Considerate che la mortalità per individui uomini di età compresa tra 25 e 89 anni con la sola licenza elementare è maggiore rispetto ai coetanei laureati di 1,6 volte. Un po’ meno evidente, ma comunque sostanziale, la differenza per il genere femminile (1,3 volte).

Un dato interessante è il tasso di mortalità in relazione alle cause. Risulta infatti "particolarmente alto l'impatto dello svantaggio sociale per cirrosi e epatite cronica, con un incremento di mortalità di 3,5 volte per gli uomini e di 2,3 per le donne tra quanti hanno un basso titolo di studio rispetto a chi ha una laurea".  In ogni caso, per gli uomini, i differenziali sono più alti per tutte le cause di morte ad eccezione del diabete: in tal caso, per le donne con basso titolo di studio, la mortalità è quasi 2,6 volte superiore rispetto alle coetanee con laurea, mentre tra gli uomini è di 1,8.

Sia per diabete che per cirrosi epatica e cronica, lo svantaggio determinato dal livello di istruzione è maggiore al sud. Per quanto riguarda le malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio, il tasso di mortalità dei soggetti di genere maschile con bassi livelli di istruzione è il doppio (10,6) rispetto a quello dei laureati (5,2).

Leggermente diverso l’andamento relativo alle morti per tumori. I differenziali per titolo di studio sono più bassi per le donne, ma la mortalità più alta si registra tra le donne con licenzia media (e non elementare). Inoltre fa eccezione il melanoma per il quale sono in svantaggio i laureati di 1,5 volte rispetto a chi ha la licenza elementare.

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