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Confondere nomi non è segno di Alzheimer, ma uno scherzo della memoria

Molti vuoti di memoria sono innocui e non devono lasciare temere segni di Alzheimer. Diversi studi scientifici lo ribadiscono.

26 Gennaio 2017

Confondere nomi non è segno di Alzheimer, ma uno scherzo della memoria

Alcuni inceppi della memoria sono spesso solo episodi in cui il cervello utilizza male i "compartimenti" in cui organizza le informazioni.
Lo dimostrano diversi studi scientifici, che rassicurano sul fatto che confondere i nomi dei parenti o dimenticare cosa si volesse fare non siano segni di un impellente Alzheimer, ma solo innocui scherzi della memoria.
Ad esempio, chiamare un fratello con il nome di un altro o il fidanzato con il nome dell'ex è solo una conseguenza del modo in cui il cervello ordina i nomi e li inserisce in categorie.
Secondo i ricercatori della Duke University, il nostro cervello, nell'aprire la cesta di nomi di persone, ha solo pescato quello sbagliato, ma sbagliato di poco, perché in genere errori come questi si verificano con persone affini fra loro per categoria.
Secondo un esperimento dei ricercatori dell'Università di Notre Dame inoltre, basta passare attraverso una porta per innescare il cosiddetto "effetto soglia".
Coloro che passavano in un'altra stanza attraverso la porta avevano difficoltà a ricordare un oggetto della stanza che avevano appena lasciato, mentre coloro che rimanevano nella stessa stanza non avevano questa difficoltà.
Ciò accade perché quando lasciamo un luogo fisico, il cervello archivia i pensieri generati lì in compartimenti stagni.
Attenzione però a non sottovalutare i veri segni dell'Alzheimer, come non essere in grado di risolvere problemi semplici, avere confusione sul tempo, bruschi cambiamenti di personalità, perdersi in luoghi noti o non ricordare azioni da poco svolte anche se hanno richiesto attenzione.

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