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10 Gennaio 2017
Paolo Palumbo, 19 anni, da due combatte contro la Sla, sclerosi laterale amiotrofica, ma la sua passione per la cucina è più forte di qualunque malattia e gli ha dato la forza per rimettersi in gioco.
"Mio padre fa il cuoco, da lui ho ereditano l'amore per l'arte culinaria", racconta il giovane di Oristano.
"Avevo deciso di iscrivermi all'Accademia di Gualtiero Marchesi (Scuola Internazionale di Cucina Italiana), ma il destino aveva già preventivato per me una strada differente". Infatti, proprio in quel periodo il suo braccio destro si blocca. Una corsa contro il tempo per guarire, l'operazione, la fisioterapia, ma niente.
Si blocca anche il sinistro e piano piano anche le funzioni più semplici diventano complicate.
La visita neurologica dà l'esito peggiore: "Sla, con l'attribuzione di uno dei peggiori primati che esistano, ossia che sono il più giovane caso in Italia e uno dei più rari d'Europa perché ho la compromissione del motoneurone 1 e 2 (bulbare e spinale)".
L'amore della famiglia e degli amici sono l'iniezione di coraggio di Paolo, che trova in particolare nel fratello Rosario il suo braccio destro, nel vero senso della parola.
Rosario ha solo 2 anni in più, ma l'amore per il fratello gli fa abbandonare gli studi per abbracciare il sogno del "piccolo" di casa.
"Ho entrambe le braccia paralizzate, non potrei cucinare senza il supporto di mio fratello: in pratica io do la ricetta e lui esegue in base alle mie indicazioni", spiega Paolo.
Durante le cure al centro specializzato in patologie neurodegenerative di Milano, Nemo, Paolo condivide la sua lotta quotidiana con altri malati di Sla.
Uno di loro, Antonio, si trova allettato, tracheotomizzato e alimentato attraverso una sonda nello stomaco.
Quando Paolo gli ha chiesto cosa gli mancasse di più, la risposta che ha ricevuto è stata per lui illuminante, "Sentire i sapori!".
"Da lì è nato il mio progetto Sapori a colori, in collaborazione con lo chef Luigi Pomata, un libro di ricette semplici per pazienti con problemi di deglutizione, disfalgia o alimentati tramite sonde per aiutare i familiari a cucinare, poi a omogeneizzare e somministrare per via orale o tramite sonda il piatto" e la prima ricetta è stata per Antonio: "Il suo piatto preferito: risotto con prosecco e crescenza".
Ma non finisce qui!
Paolo ha in mente un brevetto, che per ora resta ancora top secret, che riesca a far sentire i sapori anche a chi non può più introdurre cibo nella bocca. "Non mi ferma nessuno, nella vita niente è impossibile", urla Paolo al mondo intero e a tutti quelli che hanno chiuso la porta ai propri sogni.
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