Loading

extra

Allarmi bomba in banca, ma è solo per nascondere alla moglie il conto in rosso

La polizia ha identificato e denunciato l'uomo dopo due mesi di indagini.

C'erano degli ammanchi sul conto e non voleva che la moglie lo scoprisse. 
Per questo motivo un quarantenne di Livorno faceva continue telefonate anonime agli istituti di credito, denunciando la presenza di una bomba all'interno.
Da settembre, almeno una volta alla settimana, il direttore della banca di piazza due Giugno riceveva una telefonata da una voce maschile che faceva scattare l'allarme bomba e tutte le procedure di sicurezza previste, evacuare l'edificio, chiudere la banca, informare le forze dell'ordine.
In un paio di occasioni erano stati allertati anche gli artificieri, che hanno perquisito l'area interna ed esterna costatando l'inesistenza dell'ordigno.

Inizialmente si pensava ad un cliente della banca deluso o forse un mitomane, ma dopo che lo "scherzo" si è ripetuto per diverse volte, la squadra mobile incaricata delle indagini, ha identificato il telefonista anonimo, grazie ai tabulati.

Il quarantenne ha quindi confessato di chiamare la banca ogni qual volta la moglie dovesse recarsi in banca, così da non farle notare la situazione disastrosa nella quale versava il suo conto.

L'uomo ora rischia non solo la pena prevista per il procurato allarme (art. 658 del codice penale), ma anche di dover pagare le spese ingenti sostenute dalla banca e dalle forze dell’ordine intervenute di volta in volta.

This page might use cookies if your analytics vendor requires them.