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06 Settembre 2016
Imporre ai dipendenti di arrivare in ufficio troppo presto influisce non solo sul sonno, ma anche su salute e produttività.
Paul Kelley, ricercatore dell'Università di Oxford, sostiene che l'orario più diffuso nelle aziende, ovvero la fascia dalle 9 alle 17, non sia sincronizzata con le esigenze dell'organismo di un individuo medio sotto i 55 anni.
Questo comporterebbe una minaccia non solo alla produttività, ma anche alla salute mentale e fisica.
Fra i rischi da non sottovalutare ci sono l'aumento di peso, un calo delle difese immunitarie, perdita della memoria e dell'attenzione.
"Per questo sarebbe necessario", sostiene Kelley, "fare una grande rivoluzione e rispettare l'orologio biologico delle persone nell'organizzare l'attività professionale".
Le ricerche hanno messo in evidenza che questo tipo di problematica sociale si verifica già a partire dalla scuola elementare: i ragazzini di 10 anni hanno bassa capacità di concentrazione prima delle 8.30, mentre i sedicenni ottengono risultati migliori dopo le 10.
Gli universitari invece dalle 11 in poi.
"E' un'importante questione sociale", spiega ancora Kelley, "Se i dipendenti iniziano a lavorare prima delle 10 sono stanchi, demotivati.. In questo modo si danneggia la salute. Anche cuore e fegato si adattano male a questi ritmi. Non si può influire in modo negativo sull'orologio biologico e non è possibile adattarsi all'imposizione di svegliarsi a una determinata ora del giorno. Succede anche negli ospedali e nelle carceri.. La carenza di sonno è una tortura".
Diversi studi clinici hanno collegato la carenza di sonno a disturbi o patologie, tra cui obesità, malattie cardiovascolari e deficit cognitivi.
Al termine di un'analisi condotta dalla University del Surrey a Guildford, nel Regno Unito, è emerso che dormire poco influisce su ben 711 geni.
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