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10 Luglio 2016
La polizia di Stato ha chiarito definitivamente l'equivoco della notizia dei giorni scorsi, sulla possibilità che la famosa app di messaggistica divenisse a pagamento attraverso un post pubblicato sul suo account Facebook "Una vita da social".
Ecco cosa è stato comunicato tramite il post:
"Nessuna tassa in arrivo su Whatsapp e altre App di Comunicazione Sociale. Si è trattato solo di un’indagine dell’Agcom. L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) svolge anche attività di studio e di indagine conoscitiva, la cui azione è da sempre volta a promuovere l’innovazione e la ricerca nel settore delle comunicazioni e dei media, ma anche per creare dibattito sui nuovi strumenti di comunicazione".
L’Autorità ha quindi svolto un'indagine che "analizza il contesto tecnologico e di mercato nel quale tali servizi si sono diffusi, mettendo in luce il continuo aumento del numero di utenti delle app sociali, accompagnato da un minore utilizzo dei tradizionali servizi vocali e di SMS".
Nella chiusura del post si ribadisce ancora la falsità della notizia circolata nei giorni precedenti:
"L'indagine non impone, né avrebbe potuto imporre data la natura conoscitiva della medesima, alcuna misura specifica in capo agli operatori OTT, come erroneamente anticipato da alcuni organi di stampa, tantomeno oneri economici in capo a soggetti attualmente estranei all’attività regolamentare dell’AGCOM".
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