In viaggio con DiMaggio

COP21, la Conferenza sul Clima di Parigi

Andrà avanti fino all’11 dicembre con la partecipazione di 150 leader mondiali. Di che cosa si discute?

30 Novembre 2015

COP21, la Conferenza sul Clima di Parigi

Pechino, 30 novembre: allerta smog arancione

L’obiettivo è un accordo universale, con obblighi precisi, per limitare il riscaldamento climatico e cioè riuscire a non far aumentare la temperatura globale di più di 2 gradi centigradi, rispetto all’era preindustriale, cioè nel '700 quando non c’erano le fabbriche e l’impatto dell’Uomo sull’ambiente era molto più limitato. Anche perché la popolazione terrestre nel XVIII secolo non arrivava a un miliardo di abitanti, si pensa 800 milioni di individui sui 5 continenti.

Quindi si devono trovare soluzioni per non riscaldare il pianeta: energie alternative, meno emissioni per non favorire l’effetto serra. E ci sono nazioni che hanno l’obbiettivo di limitare a un grado e mezzo il riscaldamento, tra queste l'Italia. I negoziati saranno serrati, bisognerà rinunciare ad industrie inquinanti e ad altro. Un accordo ci sarà certamente ma speriamo che non sia deludente, come è stato nel 2009 alla Conferenza di Copenaghen, dove non si è risolto nulla! In una Parigi blindata il presidente cinese Jinping incontrerà Obama e gli altri leader mondiali. E dovrà promettere provvedimenti perché la Cina contribuisce moltissimo al rapido innalzamento della temperatura terrestre: è il Paese responsabile delle maggiori emissioni di gas serra. Praticamente inquina il doppio degli Stati Uniti che è il paese più industrializzato del Mondo. E un rapporto interno cinese fa delle proiezioni allarmanti: la Cina se sale di 40-60 centimetri il livello dei mari avrebbe a rischio Shangai e tutte le aree costiere, molto popolate ed industrializzate, dove si sviluppa il PIL cinese.

E non solo: il cambiamento del clima cambierebbe l’agricoltura e sfamare un miliardo e 200 milioni di persone diventerebbe sempre più difficile. E poi la gestione dei fiumi potrebbe portare a tensioni per le risorse idriche transnazionali. La fame e la mancanza di risorse spingono a migrare e possono innescare dispute nazionali e internazionali, e conflitti. Insomma la Cina deve fare qualcosa! Intanto anche oggi era allerta arancione per l’inquinamento a Pechino. Aria irrespirabile, ecco cosa offre l'industrializzazione selvaggia.

Maurizio DiMaggio

Maurizio DiMaggio

Più che un disc jockey mi sento un marinaio della Musica. Navigo da trent’anni anni sulle onde FM e per spirito di avventura mi spingo inevitabilmente verso nuovi orizzonti musicali. Sono nato nel mese di maggio ad Ivrea, ho iniziato nelle radio private del Piemonte per poi approdare nel 1988 a Monte Carlo, dove ho ormeggiato alla banchina Antoine I. Ho una grande passione per i viaggi, per il mare e per le barche, per i popoli del mondo e le loro culture. Nomade per natura, stanziale il meno possibile. Sono stato animatore su navi da crociera, DJ in mitiche discoteche della Costa Azzurra, presentatore di conventions e moderatore di convegni, creatore di testi pubblicitari, conduttore televisivo, realizzatore di documentari, e anche produttore discografico: insomma da buon marinaio so fare un po’ di tutto, perfino il giornalista specializzato in viaggi e in enogastronomia. In tutti questi campi sono un appassionato, non un esperto. L’Appassionato sa tutto di ciò che gli interessa e quando scopre cose nuove che gli piacciono se ne informa a fondo, manda avanti il cuore. L’Esperto sa tutto di tutto, conosce a fondo la materia, ce l'ha in testa.

Io rimango un appassionato.
A vita...

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