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In viaggio con DiMaggio

COP21, la Conferenza sul Clima di Parigi

Andrà avanti fino all’11 dicembre con la partecipazione di 150 leader mondiali. Di che cosa si discute?

L’obiettivo è un accordo universale, con obblighi precisi, per limitare il riscaldamento climatico e cioè riuscire a non far aumentare la temperatura globale di più di 2 gradi centigradi, rispetto all’era preindustriale, cioè nel '700 quando non c’erano le fabbriche e l’impatto dell’Uomo sull’ambiente era molto più limitato. Anche perché la popolazione terrestre nel XVIII secolo non arrivava a un miliardo di abitanti, si pensa 800 milioni di individui sui 5 continenti.

Quindi si devono trovare soluzioni per non riscaldare il pianeta: energie alternative, meno emissioni per non favorire l’effetto serra. E ci sono nazioni che hanno l’obbiettivo di limitare a un grado e mezzo il riscaldamento, tra queste l'Italia. I negoziati saranno serrati, bisognerà rinunciare ad industrie inquinanti e ad altro. Un accordo ci sarà certamente ma speriamo che non sia deludente, come è stato nel 2009 alla Conferenza di Copenaghen, dove non si è risolto nulla! In una Parigi blindata il presidente cinese Jinping incontrerà Obama e gli altri leader mondiali. E dovrà promettere provvedimenti perché la Cina contribuisce moltissimo al rapido innalzamento della temperatura terrestre: è il Paese responsabile delle maggiori emissioni di gas serra. Praticamente inquina il doppio degli Stati Uniti che è il paese più industrializzato del Mondo. E un rapporto interno cinese fa delle proiezioni allarmanti: la Cina se sale di 40-60 centimetri il livello dei mari avrebbe a rischio Shangai e tutte le aree costiere, molto popolate ed industrializzate, dove si sviluppa il PIL cinese.

E non solo: il cambiamento del clima cambierebbe l’agricoltura e sfamare un miliardo e 200 milioni di persone diventerebbe sempre più difficile. E poi la gestione dei fiumi potrebbe portare a tensioni per le risorse idriche transnazionali. La fame e la mancanza di risorse spingono a migrare e possono innescare dispute nazionali e internazionali, e conflitti. Insomma la Cina deve fare qualcosa! Intanto anche oggi era allerta arancione per l’inquinamento a Pechino. Aria irrespirabile, ecco cosa offre l'industrializzazione selvaggia.

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