26 Marzo 2023
Domenica prossima, 26 marzo, alle 2 di notte sposteremo avanti le lancette di un’ora per l’arrivo dell’ora legale.
Dormiremo un’ora in meno, ma le nostre giornate si allungheranno, cosa che ci consentirà di risparmiare parecchio (tra il 2004 e il 2020 già oltre un miliardo e 700 milioni di euro). E non sarà nemmeno l’ultima volta. Forse. Perché in realtà l’Unione Europea qualche anno fa ha chiesto di uniformare l’orario nei vari paesi, chiedendo ai vari governi una loro preferenza circa l’ora solare o legale, che la cosa ha ovviamente effetti diversi a Stoccolma o ad Atene. Termine ultimo indicato per la propria preferenza: il 2021.
E l’Italia cosa ha deciso? In realtà nulla: già il primo governo Conte (quello M5S e Lega) ha depositato a Bruxelles una richiesta per mantenere il doppio binario, senza cioè cambiare nulla rispetto alla situazione attuale. Il governo Conte bis non ha presentato modifiche e quindi tutto rimane inalterato. Almeno per il momento. L’Unione Europea, sul breve, sembrerebbe non aver intenzione di far pesare nel breve periodo la decisione che verrà presa dalla maggioranza dei paesi ma le cose sul medio-lungo termine potrebbero cambiare.
(Foto di pasja1000 da Pixabay)
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