21 Settembre 2020
Quello sulla giusta durata dell'orario di lavoro è un dibattito che va avanti da tantissimo tempo. Basti pensare che la “settimana corta” di 5 giorni e 40 ore è stata introdotta nel 1926 da Henry Ford. E oggi la crisi economica e occupazionale generata dalla pandemia di coronavirus rende questo dibattito più acceso che mai.
A fine agosto, infatti, il primo ministro finlandese Sanna Marin ha rilanciato l'idea di ridurre l'orario di lavoro da 8 a 6 ore (mantenendo più o meno lo stesso salario), convinta del fatto che questo provvedimento potrebbero far aumentare produttività (perché più stimolante) e occupazione (è un modo per distribuire più equamente le ricchezze), oltre a migliorare la qualità della vita dei lavoratori.
L'orario ridotto è già realtà in Paesi come l'Olanda (settimana di 4 giorni e 29 ore) e la Svezia (dove è sperimentato prevalentemente in aziende private). In Germania è stata proposta la settimana lavorativa di 4 giorni e la stessa idea è stata avanzata anche in Gran Bretagna e Nuova Zelanda.
In Italia, secondo gli esperti, l'idea potrebbe essere presa in considerazione, ma la fattibilità va valutata settore per settore, per capire come guadagnare produttività senza recare danno alle imprese, ad esempio, come fatto in passato, introducendo tecnologie che consentivano di lavorare meno e produrre lo stesso.
(Credits photo: Getty)
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