Le cinque lezioni che abbiamo imparato dalla quarantena

Come far seguire a una battuta d'arresto una nuova partenza per noi stessi

06 Maggio 2020

Le cinque lezioni che abbiamo imparato dalla quarantena

Da ormai due mesi la nostra quotidianità è profondamente cambiata, avendo subito una sorta di battuta d'arresto. Quella frenesia che abitava i nostri spostamenti tra lavoro, commissioni e affetti ha lasciato posto a un ritmo di vita raccolto tra le mura di casa. Se i risvolti negativi della situazione d'emergenza sono sotto gli occhi di tutti, vale la pena provare a cambiare prospettiva e analizzare l'impatto di questa nuova "normalità" da un punto di vista psicologico. Da una situazione di difficoltà infatti, si possono trarre grandi lezioni per il futuro. Pensiamo alla capacità del cervello umano di rispondere ai cambiamenti, adattarsi alle richieste ambientali rendendoci straordinariamente resistenti per ritrovare una nuova forma di benessere.

Ecco cinque lezioni che possiamo imparare dalla quarantena, ovvero modi in cui la quarantena ci cambierà, in positivo:

1) Stiamo innegabilmente allenando la nostra capacità di resilienza. Non nel senso di "resistere a tutti i costi" ma dell'essere finalmente liberi di sentirci come siamo davvero: incerti, impauriti, smarriti. È la vulnerabilità l'insospettata risorsa per essere resilienti, la leva per ritrovare uno slancio.

2) Abbiamo la possibilità di recuperare la relazione più importante: quella con noi stessi. Non siamo abituati a rimanere soli con noi stessi e concederci del tempo per riflettere. Quando siamo di corsa tendiamo ad evitarci, occhi sullo schermo, dita che scorrono sulla homepage di qualche social. A casa invece riscopriamo un diverso modo di stare da soli: leggendo un libro, dando spazio a pensieri e sentimenti. Quindi perché no, diamo voce a un monologo interiore per trovare risposte dentro di noi.

3) Via libera alla creatività. Nel corso della crisi abbiamo imparato a non sentirci in colpa se non siamo produttivi, ritrovando quella sana creatività quasi tipica del bambino. Dall'altro lato, abbiamo sfruttato la creatività come metodo per risolvere problemi. Tutto pur di contribuire a una buona causa, aiutare un vicino in difficoltà, risolvere un imprevisto.

4) Abbiamo imparato ad accettare di non poter controllare tutto. Le nostre idee su come il mondo dovrebbe funzionare si capovolgono e ci sfidano a ripensare seriamente alle convinzioni profonde, cosa possiamo lasciar andare, come essere meno rigidi e riuscire ad adattarci ai cambiamenti inevitabili. Si tratta di un allenamento utile, anche per quando torneremo a lavorare sul posto.

5) L'ultimo punto è un augurio e una lezione, forse la più importante. Quando l'emergenza sarà finita, potrebbe essere l'inizio di qualcosa di più grande a livello collettivo, una spinta a migliorare la nostra solidarietà. Prima di riprendere con il corso delle nostre vite dovremmo chiederci: quale responsabilità siamo disposti ad assumerci, che tipo di società vogliamo?

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