23 Luglio 2019
Quando il caldo e l'afa si fanno sentire, la voglia di aria fresca si fa davvero pressante. Ma accendere i condizionatori, se porta refrigerio immediato, si traduce in uno spreco energetico e in un sostanzioso contributo al riscaldamento globale. Dunque, l'aria condizionata non è più sostenibile. Come fare allora per non nuocere al pianeta e al tempo stesso non svenire per il caldo? La risposta arriva dalla "fabbrica dell'aria".
A raccontare quest'idea innovativa è Il Fatto Quotidiano: la fabbrica dell'aria è un depuratore e condizionatore d'aria naturale e consiste in una teca di vetro che contiene ficus, banani e selci. L'aria, aspirata nella teca, torna in circolo pulita, fresca e con minore umidità.
A dar vita a questa tecnologia verde, l'azienda con base a Firenze “Pnat”, nata grazie alle idee del laboratorio Internazionale di neurobiologia delle piante (Linv) diretto dallo scienziato Stefano Mancuso. In Pnat lavorano esperti di botanica e agronomia (Elisa Azzarello, Camilla Pandolfi ed Elisa Masi) e architetti (Antonio Girardi e Cristiana Favretto di Studiomobile).
Il conduttore tv Chef Rubio ha apprezzato il progetto e lanciato una raccolta fondi per misurare gli effetti positivi degli alberi nel parco Cavallo Pazzo, a Roma. Secondo il professor Mancuso, si tratta di 50 chili in meno di agenti inquinanti all’anno, 3500 KwH risparmiati e 1300 euro in più per il quartiere all'anno.
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