Oh capitano, mio capitano: il documentario sul grande Robin Williams

Una storia toccante, mai raccontata finora: "Robin’s Wish" fa scoprire la vera storia dell'attore e gli utlimi giorni dell'indimenticabile interprete de "L'attimo fuggente"

19 Gennaio 2021

Oh capitano, mio capitano: il documentario sul grande Robin Williams

Robin Williams è un attore indimenticabile. Per i suoi grandi ruoli, dal professor Keating de "L'attimo fuggente" alla "tata per amore" di "Mrs Doubtfire", dal dj di "Good Morning America" al giocatore intrappolato in "Jumanji" . E Robin ha toccato anche il nostro cuore per la sua fine, che è arrivata anzitempo, clamorosa e scioccante, come una vera doccia fredda, quando la star aveva 63 anni, nell'agosto del 2014.

Adesso un documentario, "Robin's Wish", racconta i suoi ultimi giorni e ci fa capire ancora di più la grandezza di questo artista, grazie alle rivelazioni della moglie, Susan Schneider Williams, e dei suoi amici più cari.

Alla morte di Williams si diffusero subito le voci, infondate, che causa della sua scomparsa fossero stati abusi di alcol e droghe, Si parlò anche di problemi  finanziari, che lo avevano spinto al suicidio. Nulla di tutto questo: come si scoprì in seguito, infatti, l'attore era affetto da una malattia degenerativa chiamata Demenza da corpi di Lewy, erroneamente scambiata per morbo di Parkinson.

Robin Williams continuò a recitare, nonostante si sentisse male. Il documentario racconta la sua vita serena con la moglie, ma anche le difficoltà sul set: l'attore non riusciva a ricordare le battute e spesso gli tremava il braccio sinistro. Williams era consapevole dei suoi problemi e se ne affliggeva molto, perché temeva gli impedissero di recitare al meglio, come ricorda Shawn Levy, che lo aveva diretto per i tre film della serie "Una notte al museo".

Adesso Susan, la terza moglie di Robin, che gli è stata accanto amorevolmente negli ultimi anni, sta dedicando le proprie energie e la propria vita a far conoscere la malattia di cui Williams è stato vittima. Con articoli di giornale e libri vuole diffondere la consapevolezza che una diagnosi rapida può aiutare molte persone a sopravvivere. Nel nome di Robin.

  

 

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