07 Marzo 2022
Quanto sta succedendo in Ucraina è sotto gli occhi di tutti, con un fardello di vite spezzate e di distruzione. Nel mirino, ormai è chiaro, non ci sono solo obiettivi militari e in questo contesto, quanto a lungo e in che condizioni possono resistere monumenti, luoghi di cultura e siti storici? L’UNESCO sembra essersi data una risposta: poco. Per questo si è mobilitata per inserirli sotto l'emblema della Convenzione dell'Aja del 1954, nata proprio per proteggere i beni culturali, in caso di conflitto armato.
Dal 2020 sette siti ucraini, sei culturali e uno naturale, sono nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO. Tra questi ci sono chiese, foreste secolari e un centro storico.
La magnifica cattedrale di Santa Sofia a Kiev (in foto), orgoglio e vanto della capitale, con le sue cupole in oro e verde, gli edifici monastici e il monastero delle grotte di Kiev; il centro storico di Lviv o Leopoli; l’Arco geodetico di Struve, catena di triangolazioni geodetiche che vanno da Hammerfest in Norvegia al Mar Nero, attraversando 10 nazioni, ideata e utilizzata dallo scienziato baltico-tedesco Friedrich Georg Wilhelm von Struve, per determinare le esatte forme e dimensioni della Terra. Ci sono le faggete primordiali e le foreste secolari dei Carpazi; la residenza dei metropoliti bukovini e dalmati a Cernivci, con la sua Cappella di S. Ioan cel Nou di Suceava; le chiese in legno nella regione dei Carpazi; l’antica città di Tauric Chersoneso e la sua Chora.
Tre i beni immateriali, riconosciuti dall’UNESCO come parte della cultura e tradizione radicata nel Paese. La pittura di Petrykivka, decorazione tipica del villaggio di Petrykivka a Podniprovia, caratterizzata da fantasiosi disegni floreali e altri motivi naturali, ricchi di simbolismi, con cui la popolazione è solita adornare le case, gli oggetti di uso quotidiano e gli strumenti musicali.
L’UNESCO ha riconosciuto patrimonio mondiale immateriale anche le canzoni cosacche, che narrano campagne, battaglie e storia di vita vissuta. Infine, ricordiamo la tradizionale ceramica dipinta di Kosiv, originaria del XVIII secolo nei villaggi di Hutsulshchyna, che si contraddistingue per la base di argilla bianca e i disegni in soli tre colori: verde, giallo e marrone, a simboleggiare rispettivamente le montagne, il sole e la terra. I motivi raffigurati esprimono la storia, la vita, il folclore, le credenze e le tradizioni degli Hutsul, un gruppo etnico-culturale che vive nella Rutenia carpatica, nonché la flora e la fauna della regione circostante.
(foto Getty Images)
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