28 Ottobre 2019
Un'opera, intitolata "Cristo deriso", realizzata intorno al 1280 da Cimabue, il grande predecessore di Giotto, è stata ritrovata qualche tempo fa in circostanze a dir poco incredibili.
Per anni aveva arredato la cucina di un'anziana signora di Compiègne, città ad una cinquantina di chilometri a Nord-nord est di Parigi. La donna pensava si trattasse di una banale icona religiosa e non avrebbe mai immaginato che potesse valere qualcosa.
Poi un giorno, quasi per caso, ha deciso di farla valutare ad una casa d'aste, che a sua volta l'ha inviata agli specialisti di Cabinet Turquin per un esame, dove è stata sottoposta anche ad una riflettografia ad infrarossi. E, sorpresa, si è scoperto che si trattava di un'opera originale, il cui valore è stato stimato tra i 4 e i 6 milioni di euro. Nonostante lo strato di sporco dovuto alla collocazione, il piccolo dipinto (25,8 su 20,3 cm) è perfettamente conservato.
Ieri l'opera è andata all'asta: partita da un prezzo base di vendita fissato a 3 milioni, è stata battuta al prezzo "netto" di 19,5 milioni (che sale a 24,18 milioni di euro, se si considerano anche spese e commissioni). La casa d'aste Actéeon ha dichiarato che «si tratta del più alto prezzo mai pagato per un quadro prerinascimentale, e il settimo in assoluto per le opere primitif e antiques».
L'opera è la prima di Cimabue andata all'asta da decine di anni a questa parte. Il "Cristo deriso" faceva parte di un dittico composto da 8 pannelli, di cui ne sono attualmente noti soltanto altri due: la "Flagellazione del Cristo", conservato nella Frick Collection di New York, e la "Maestà con due Angeli", che si trova alla National Gallery di Londra.
La casa d'aste, al momento, non ha fornito alcun indizio sull'identità dell'acquirente.
(Credits photo: GettyImages)
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