09 Giugno 2016
L’olio di palma contiene per il 50% grassi saturi, per il 40% acidi grassi monoinsaturi (acido oleico, come l’olio di olia) e per il restante 10% acidi grassi poliinsaturi (acido linoleico, presente negli olii di semi).
Il problema dei grassi saturi che assumiamo anche attraverso il consumo di latte e derivati, uova e carne, è legato all’aumento del rischio di malattie cardiovascolari.
Su richiesta del Ministero della Salute, l'ISS ha elaborato un parere sulle conseguenze per la salute dell'utilizzo alimentare dell'olio di palma, concludendo che non ci sono evidenze dirette che il suo consumo sia correlato all’aumento di fattori di rischio per malattie cardiovascolari nei soggetti normo-colesterolemici, normopeso, giovani e che assumano contemporaneamente le quantità adeguate di polinsaturi. Nel contempo, fasce di popolazione quali bambini, anziani, soggetti con livelli alti di colesterolo, obesi, pazienti con pregressi eventi cardiovascolari, ipertesi possono presentare una maggiore vulnerabilità, rispetto alla popolazione generale. Per tale ragione, nel contesto di un regime dietetico vario e bilanciato, che comprende alimenti naturalmente contenenti acidi grassi saturi (carne, latticini, uova), è necessario contenere il consumo di alimenti che apportano quantità elevate di grassi saturi.
di Diana Scatozza
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