Tina Modotti. L'opera

Dal 16 ottobre 2024 presso CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia

15 Ottobre 2024

CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino inaugura il programma espositivo autunnale con le mostre dedicate a due grandi maestri della fotografia italiana e internazionale: Tina Modotti e Mimmo Jodice, dal 16 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025

La mostra "Tina Modotti. L’opera" a cura di Riccardo Costantini si snoda intorno alla straordinaria produzione fotografica di Assunta Adelaide Luigia Saltarini Modotti, detta Tina.

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Promossa da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e realizzata in collaborazione con Cinemazero, la mostra racconta una delle figure più rilevanti della fotografia del XX secolo, nata a Udine nel 1896 e migrata con la famiglia prima in Austria e poi in America. Approdata a Hollywood poco più che ventenne, Modotti recita in alcuni film muti e si appassiona di fotografia, grazie anche all’incontro con il fotografo Edward Weston.

Tra Messico e Stati Uniti la Modotti incontra Diego Rivera, Frida Kahlo, Dorothea Lange e Roubaix de l’Abrie Richey (Robo), pittore e poeta e suo futuro marito. Tina partirà per il Messico con Weston per approfondire la conoscenza della fotografia. In questo paese Modotti affina tecnica e stile, realizzando “fotografie oneste”, libere da virtuosismi, prediligendo l’immediatezza senza rinunciare alla sperimentazione.

Nel corso della sua carriera, Modotti abbandona lo studio delle nature morte focalizzandosi sempre più sull’essere umano, creando una forma inedita di documentazione sociale-antropologica accompagnata da forti rimandi politici, come gli scatti dedicati alla fiera bellezza delle donne di Tehuantepec (Messico) del 1929, carichi di un intenso messaggio sociale.

L’impegno civile evocato dalle sue fotografie si riflette anche nelle idee politiche di Modotti – naturalmente propensa alle cause dei più deboli e mossa da un’impellente necessità di azione – che non a caso nel 1927 aderisce al partito comunista messicano.

Attrice, modella, attivista, autrice di saggi, pittrice e fotografa, la vita di Tina Modotti è scandita da continui cambiamenti fino alla morte nel 1942 in Messico, luogo al quale la sua vita e la sua produzione sono indissolubilmente legate. È difficile scindere l’arte della fotografa dalla sua vita a cavallo tra due guerre, in otto paesi, parlando cinque lingue differenti, e proprio per questo la mostra di Torino si concentra sull’intensità della sua produzione, cercando di lasciare da parte la biografia.

Le 300 fotografie esposte a Torino, provenienti da ricerche e prestiti da ben 32 archivi da tutto il mondo (da Honolulu a San Francisco, da Città del Messico a Mosca, da Udine a Canberra), raccontano la poliedricità, le peculiarità artistiche, l’indole curiosa, partecipe e libera di Modotti, che nel corso di una breve ma intensa carriera è riuscita a catturare in ritratti di vita quotidiana l’intensità e i contrasti dei mondi che ha attraversato, raccontando l’ingiustizia, il lavoro, l’attivismo politico, la povertà, le contraddizioni del progresso e del passaggio alla modernità.

La mostra Tina Modotti. L’opera – accompagnata da un ricco catalogo edito da Dario Cimorelli Editore – è un’esposizione importante anche dal punto di vista documentale, perché raccoglie materiali inediti, video, riviste, documenti, ritagli di quotidiani, ritratti dell’artista e fotografie che riscostruiscono anche la prima e unica esposizione che Tina Modotti realizzò nel 1929, importante testimonianza dell’arte della fotografa.

La mostra, inoltre, include un percorso di opere visivo-tattili accompagnate da audiodescrizioni che approfondiscono lo stile e la storia. La selezione comprende sia alcune delle immagini più note sia alcuni scatti meno conosciuti del lavoro dell’autrice.

Nelle stesse settimane, fino al 2 febbraio 2025, la Project Room di CAMERA ospita Mimmo Jodice. Oasi, esposizione realizzata in collaborazione con la Fondazione Zegna.

Mimmo Jodice (Napoli, 1934), attivo sin dagli anni Sessanta, è uno dei protagonisti assoluti della fotografia italiana e internazionale a cavallo tra XX e XXI secolo. Curata da Walter Guadagnini con la collaborazione di Barbara Bergaglio,  questa  mostra unica – accompagnata da un catalogo edito da Dario Cimorelli Editore – presenta per la prima volta 40 immagini appartenenti alla più ampia serie realizzata dal fotografo napoletano tra il 2007 e il 2008  per una committenza ricevuta da Fondazione Zegna: uno straordinario corpus all’interno del quale è possibile ritrovare tutta la poetica di Jodice, la sua capacità di trasformare la realtà naturale o artificiale in una visione metafisica, sospesa nel tempo e nello spazio. Jodice ha fotografato tre luoghi chiave di quest’area: lo stabilimento del Lanificio Ermenegildo Zegna, la villa del fondatore dell’impresa e la grande Oasi naturalistica.

 

 

 

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