07 Luglio 2021
Il Forte di Bard, in Valle d’Aosta, ospita, dal 9 luglio al 17 ottobre la mostra "Il Monte Cervino: ricerca fotografica e scientifica". L'esposizione fa parte del progetto complessivo L’Adieu des glaciers, il viaggio alla scoperta della storia e dello stato di salute dei ghiacciai italiani
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Grazie a L’Adieu des glaciers il Forte di Bard propone un viaggio iconografico e scientifico tra i ghiacciai dei principali Quattromila della Valle d’Aosta e documenta la storia delle loro trasformazioni. Si tratta di un progetto, nato da un approfondito lavoro di studio, che si sviluppa nell’arco di quattro anni e racconta la realtà fisica e culturale dei ghiacciai dei principali Quattromila della Valle d’Aosta: Monte Rosa, Monte Cervino, Gran Paradiso e Monte Bianco. Dopo aver esplorato nel 2020 il gruppo del Monte Rosa il focus quest’anno è su una delle montagne più iconiche e fotografate al mondo: il Cervino.
Curata da Enrico Peyrot, fotografo e storico della fotografia, e dal prof. Michele Freppaz del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, la mostra propone una narrazione fotografica tra passato e presente nell’area montana estesa tra Plateau Rosa e l’Alta Valpelline. E' possibile ammirare fotografie inedite realizzate nel corso degli ultimi 150 anni da autori noti e meno noti, in un dialogo iconografico tra passato e presente sulla montagna.
Tra i capolavori fotografici ci sono grandi vedute paesaggistiche realizzate a fine Ottocento da Vittorio Sella e Francesco Negri oppure riprese contemporanee di connotate realtà antropizzate realizzate da Armin Linke e Olivo Barbieri; la sequenza di 28 fotografie della scalata al Cervino per la Cresta del Leone della Principessa Maria José di Piemonte con le guide alpine Luigi Carrel e Giulio Bich; le immagini della Conca del Breuil-Plateau Rosa-Monte Cervino, rocce e ghiacci frequentati dai campioni mondiali del Bob e del Kilometro lanciato e da celebrità nazionali e internazionali; inediti fotogrammi di memorabili imprese alpinistiche di Walter Bonatti, Catherine Destivelle, Burgada e Hervé Barmasse.
E' stato dato spazio anche alla forza iconica del Cervino, che ha ispirato moda, arte, pubblicità e segnato la storia dell’alpinismo. In parallelo alla mostra, un suggestivo allestimento all’interno del Museo delle Alpi esplora questa dimensione attraverso le opere dell’artista Alessandro Busci, le creazioni di Emilio Pucci, le imprese alpinistiche di Hervé Barmasse e le immagini di uno dei personaggi che ha fatto la storia della tv italiana: Mike Bongiorno.
Imponente lo sforzo scientifico: le ricerche sono state condotte in collaborazione con il Comitato Glaciologico Italiano, la Cabina di Regia dei Ghiacciai Valdostani, la Fondazione Montagna Sicura, l'Arpa Valle d'Aosta e il Centro Interdipartimentale sui rischi naturali in ambiente montano e collinare dell’Università di Torino. Più di 70 studiosi hanno risposto all’invito a contribuire all’esposizione. Tra i temi trattati, la valutazione dell’impatto del cambiamento climatico sulla degradazione del permafrost e sul numero e l’estensione dei ghiacciai. Complessivamente è stata evidenziata per il gruppo del Cervino una riduzione della superficie dei ghiacciai pari al 40 per cento rispetto agli Anni Sessanta.
L'adieu des glaciers vuole contribuire ad accrescere la consapevolezza della straordinaria bellezza della montagna e rendere consapevoli della sua fragilità.
Maggiori informazioni sul sito www.fortedibard.it
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