30 Dicembre 2020
Una donna coraggiosa e determinata, che sfidò i limiti della società della sua epoca, pur di votarsi completamente alla scienza. Rita Levi Montalcini, scomparsa il 30 dicembre 2012 e con ben 20 lauree honoris causa, è stata una grande neurologa, accademica e senatrice a vita italiana che nel 1986 si aggiudicò il Premio Nobel per la Medicina. Fu la prima donna ad ottenere il riconoscimento di maggior prestigio internazionale per aver scoperto negli anni 50 il fattore di accrescimento della fibra nervosa (Nerve Growth Factor, NGF): “È un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos. In precedenza i neurobiologi non avevano idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione degli organi e tessuti dell’organismo“. E ancora oggi, l’NGF viene impiegato per la cura delle malattie neurologiche degenerative come l’Alzheimer.
Si laurea in Medicina nel 1936 per poi specializzarsi in Neurologia e Psichiatria, lavorando a lungo al progetto scientifico dell’NGF e contribuendo anche in campo umanitario e sociale, grazie alla creazione della Fondazione Rita Levi-Montalcini Onlus, che finanzia borse di studio per l’istruzione delle donne africane. Nel 1998 istituisce la sezione italiana della Green Cross International, per la prevenzione dei conflitti legati allo sfruttamento delle risorse naturali. Nel 2002 fa nascere in Italia l’European Brain Research Institute (EBRI), un istituito di ricerca internazionale dedicato alla ricerca sul cervello.
Rita Levi Montalcini resta ancora oggi, più che mai, simbolo di rara determinazione e innata eleganza. Anche a lei si deve il riscatto del ruolo femminile: “Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza“.
E di lei, con immensa umiltà, diceva: “La mia intelligenza? Più che mediocre. I miei unici meriti sono stati impegno e ottimismo. L’assenza di complessi psicologici, la tenacia nel seguire la strada che ritenevo giusta, l’abitudine a sottovalutare gli ostacoli – un tratto che ho ereditato da mio padre – mi hanno aiutato enormemente ad affrontare le difficoltà della vita. Ai miei genitori devo anche la tendenza a guardare gli altri con simpatia e senza diffidenza“.
(Foto: Getty Images)
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