18 Maggio 2022
E' passato un anno dalla scomparsa di Franco Battiato, che ci ha lasciati il 18 maggio del 2021 all'età di76 anni.
Il maestro, autore di canzoni ormai parte della migliore tradizione sonora italiana, aveva appena pubblicato l'album “Torneremo insieme”.
Battiato amava mescolare musica leggera e musica classica, suoni etnici (prima che diventassero di moda) e rock progressive, avanguardia e canzone d'autore. E tra i suoi collaboratori più noti c'erano il violinista Giusto Pio e il filosofo Manlio Sgalambro. Un eclettismo sonoro specchio dei suoi molteplici interessi, capaci di spaziare dall'esoterismo alla filosofia teoretica, dalla mistica sufi alla meditazione orientale.
Gli anni del grande successo erano stati gli Ottanta, tra collaborazioni con Alice ("Il vento caldo dell'estate", "I treni di Tozeur") e album come "La voce del padrone" (ispirato al pensiero dello scrittore Georges Ivanovič Gurdjieff e contenente canzoni come "Bandiera bianca", "Centro di gravità permanente", "Cuccurucucù"), "Mondi lontanissimi", "Fisiognomica" (con le canzoni "E ti vengo a cercare", "Secondo imbrunire"), "Giubbe rosse", "Caffè de la Paix".
Erano poi venuti gli album "L'imboscata" (amatissima fu la canzone "La cura"), "Gommalacca", la trilogia "Fleurs". Gli Anni Duemila avevano visto nuovi album (tra cui "Dieci stratagemmi" e "Il vuoto") e numerosi concerti.
Per ricordarlo, vi raccontiamo la storia di una delle sue canzoni più amate, "La cura", raccontata in una puntata del documentario "33 giri, Italian Masters" dedicata all'album che contiene quel brano, "L'imboscata", del 1996.
Si scopre così che Battiato aveva già ultimato e consegnato l'album alla casa discografica, quando decise di portare anche quella canzone, "La cura", alla quale sembrava non tenere particolarmente. I discografici decisero invece di aspettare a far uscire il disco finché anche quel brano non fosse stato rifinito e inserito nella tracklist, anzi, messo in primo piano.
Franco Battiato non spiegò mai cosa volesse intendere esattamente nel testo, scritto con il filosofo Manlio Sgalambro, suo collaboratore di lunga data. "Io ho iniziato la prima parte e lui ha fatto la seconda", rivelò il musicista, ma rimase il mistero su quale parte fosse di Sgalambro e quale di Battiato.
Adesso si scopre che il testo de "La cura" originariamente era diverso da come lo conosciamo. A rivelarlo è stato Carlo Guaitoli, pianista e direttore d'orchestra di Battiato, che ha confidato, durante il documentario: "Ho ritrovato una cassetta con la prima incisione de 'La cura', Franco la spedì a casa mia da Catania. Mi telefonò e mi disse: 'Ascoltala'. Quando sentii per la prima volta il provino della canzone rimasi folgorato. Capii che ci trovavamo di fronte a un capolavoro, a una vetta assoluta... A distanza di tanti anni, in questi giorni ho ripreso la cassetta in mano e ho riscoperto che nella parte finale si rivolgeva all'altra persona, all'altra anima, in questo modo: 'Supererai le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farmi invecchiare', e ancora 'perché sei un essere speciale e tu avrai cura di me'. I due testi sono stati poi invertiti da Battiato". Insomma, il maestro (inizialmente) esprimeva un desiderio opposto rispetto a quello della versione definitiva della canzone.
Il testo definitivo infatti recita: “Supererò le correnti gravitazionali, Lo spazio e la luce per non farti invecchiare... Perché sei un essere speciale, Ed io avrò cura di te”.
La bellezza della canzone rimane comunque la stessa. Grandissima.
(foto Getty Images)
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