Ci circondano. Regolano spesso le nostre vite (un buon profumo di caffè al mattino ci fa iniziare bene la giornata, il miasma dei gas di scappamento ci fa temere per la nostra salute) e ci regalano spesso delle emozioni (l’aroma dei fiori, o quello legato a un particolare ricordo personale). Eppure, degli odori forse sappiamo poco. Ecco cosa ci rivela di loro Focus.it.
Il numero di odori che gli esseri umani possono percepire, secondo l’Howard Hughes Medical Institute.
È l’animale con più geni olfattivi (1948). Seguono sul podio il ratto (1207) e l’opossum (1188). L’uomo è tredicesimo, com 396 geni.
Nel cervello degli squali, ben due terzi sono dedicati all’olfatto. Ma è da sfatare la leggenda secondo cui possono annusare una goccia di sangue a chilometri di distanza.
Il governo britannico vorrebbe sfruttare l’olfatto di api e vespe per riconoscere gli esplosivi. L’esperimento è in corso, anche se pare che l’odore dei fiori potrebbe distrarre gli insetti dalla loro delicata missione.
Ricordiamo gli odori con il 65% di precisione dopo un anno, a differenza dei ricordi visivi, che si attestano al 50% dopo tre mesi (i dati sono del Sens of Smell Institute).
Oltre ai famosi creatori di profumi, detti non a caso “nasi”, anche altre categorie professionali necesstano di un buon olfatto. Per esempio il viticultore olandese Ilja Gort nel 2008 ha assicurato il suo naso per 5 milioni di euro.
Il senso dell’olfatto non è uguale per tutti. Alcune persone soffrono di un disturbo detto parosmia, che indica una percezione scorretta degli odori, spesso scambiati per altri. Si chiama fantosmia invece la percezione di odori inesistenti
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