07/10/2016
DIMAGGIOSEMPRE IN VIAGGIO Lifestyle Monte Carlo
Il 26° MYS ha dimostrato che la grande nautica da diporto, quella di lusso, a motore, naviga in buone acque. Girando tra gli stand e vedendo la presentazione delle nuove imbarcazioni si percepiva ottimismo, però velato da un po' di preoccupazione. Perchè la crisi economica è sempre in agguato e brucia ancora il ricordo del 2008 quando gli armatori furono costretti ad annullare gli ordini e pagare le penali, rinunciando a barche che non potevano più permettersi. Perchè la barca, e non parlo delle barche a vela, parlo dei megayacht, sono dei mezzi di trasporto che però non si usano per spostarsi: è uno status symbol di potenza e di affari che girano bene, più di una bella sede o di un jet privato. Il jet privato lo vedono in pochi all'aeroporto, anche se ha il nome o il logo scritto sopra. Uno yacht lo vedono tutti e dappertutto, dalle coste, dalle spiagge alla moda, nei porti più esclusivi. E sanno che ci sei. La barca in quel caso è ostentazione pura. Magari il personaggio che la possiede soffre il mal di mare e preferisce dormire a terra in hotel ma intanto fa girare l'economia. E in un paese di mare e di costruttori di belle barche come l'Italia la nautica da diporto a motore è una voce importante del bilancio. Più barche si producono e più c'è lavoro per una marea di settori, dall'arredamento di interni ai servizi portuali. Perchè le barche lo sappiamo sono oggetti per pochi, per pochissimi ma danno lavoro a molti, moltissimi. E il governo italiano negli anni scorsi se l’è un po’ dimenticato...
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